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Giugno in Umbria: eventi di giugno in Umbria

Tutte le manifestazioni di Giugno in Umbria

Alcune proposte nel mese di Giugno

Festa dei Ceri piccoli a Gubbio Si ripropone la Festa del 15 maggio riservata ai bambini e con lo stesso programma.

Infiorata del Corpus Domini a Costacciaro Si svolge ogni anno nel pomeriggio della ricorrenza del Corpus Domini.

Processione del Corpus Domini con infiorata a Gualdo Tadino

Festa del Corpus Domini a Città di Castello Rassegna di arte e musica

Festa del S.S. Sacramento a Morra di Città di Castello Processione Storica

Alzata del Maggio e Festa di Sant'Antonio a Isola Fossara di Scheggia e Pascelupo Per la piccola frazione di Isola Fossara la Festa di Sant'Antonio è la festa religiosa del Santo Patrono che si mescola ad una profonda tardizione popolare. I due faggi tagliati nella prima domenica di giugno vengono uniti in un unico tronco detto "Maggio" e danno il via ai festeggiamenti folkloristici del pomeriggio, con la consueta "sagra della lumaca".

IL MAGGIO DI SANT'ANTONIO a ISOLA FOSSARA (frazione di SCHEGGIA)

13 GIUGNO di ogni anno - Breve descrizione della festa tratta dal libro di Bruno Cenni Il Maggio di S. Antonio a Isola Fossara e i Ceri di Gubbio - 1987: .Una festa folklorica che ha come protagonisti gli abitanti della piccola Comunità di Isola Fossara, legata per ragioni storiche, politiche e religiose alla vicina città di Gubbio. I protagonisti sono tutti uniti inscindibilmente al rito del Maggio e al culto cristiano-devozionale di S. Antonio di Padova, che ad Isola scandisce il ritmo di inizio e fine di un anno e che vede riuniti per l'occasione, in una unione oserei dire mistica, i paesani che ritornano al loro antico focolare, alla loro terra e agli affetti più cari. Tornano per vivere insieme i momenti di questo arcano e silenzioso rito che si perde nei tempi del mondo antico e nella matrice del popolo umbro.

Le irte e selvagge balze di Monte Catria, sono le custodi parsimoniose che celano all'occhio del profano il rituale del taglio del «Maggio», della «Giunta» e della «Cima» e del loro trasporto su pendii scoscesi, balze strapiom­banti in un iter coodificato da capogiro, sia nel fitto intrico di boschi di faggio che nei prati ampi e spaziosi tersi dal vento che fanno da sfondo naturale ad una ritualità religiosa antichissima espressa in una miriade di segni folklorici. La meta tanto sudata è arrivare con i tronchi integri al paese pronti per poter proseguire in un secondo momento, sempre tramite una liturgia codificata nel tempo ma contaminata dalla ritualità cristiana, dedicando il rito, devozionalmente e protezionisticamente, al santo patrono di Isola che è S. Antonio di Padova. Con l'inalberazione a fianco della chiesetta del Paese del grande, altissimo e linearissimo tronco del maggio che svetterà a perpendicolo sino al giorno di S. Pietro e nel tentativo di scalata in solitària di esso in questa solennità religiosa, possiamo sottolineare l'esaltazione del giovane che forte e audace dimostra la sua piena maturità. Ciò è senza ombra di dubbio la dimostrazione di un rito di passaggio dalla adolescenza alla maturità e l'ammissione tacita nella comunità adulta del paese.

La liturgia cristiana della messa, della processione e del bacio della reli­quia sono la dimostrazione della devozionalita di una comunità legata attor­no al santo patrono.
Il «Maggio» e Sant' Antonio sono un'unità inscindibile per gli Isolani ed an­che il nucleo delle loro radici culturali, storico-socio-esistenziali.

Da una attenta analisi comparata tra questa festa, il Maggio di San Pelle­grino e i Ceri di Gubbio possiamo dopo ben tredici anni di lavoro dedurre che le tre feste citate provengono dalla stessa Archeomatrice. Il Maggio di Sasnt' Antonio a Isola Fossara è l'archetipo meno contaminato e chiarissima è la sua tipologia, cioè un rito di fertilità o rito fallico agreste unito ad un rito di passaggio, spettacolare per lo scenario naturale ove avviene e per l'iter da capogiro dei tronchi trasportati; quello di San Pellegrino in piccolo ne è anche esso un esempio chiaro e quasi identico.

La festa dei Ceri di Gubbio, pur anche essa con una serie infinita di contaminazioni e manipolazioni folkloriche cristiano-medioevali, rinascimentali e moderne proviene dallo stesso Archetipo.
Identici sono i rituali nella prima parte di queste feste, mentre diversificati sono nella seconda parte, ma pur sempre rimane evidente l'atto reale di propiziazione e di «alzata» o «inalberazione» momento culminante della festa di questi simboli svettanti al cielo.
Auspici favorevoli per un buon anno si chiedono con il «Maggio» e per una maschia esistenzialità nell'albero di «Bedollo» entrambi a Isola. A Gubbio è un auspicio propiziatorio protezionistico al Santo patrono Ubaldo, che vigila di lassù la sua città e gli atti quotidiani degli eugubini.

Da tutta l'analisi svolta a livello di riti attualmente praticati e dopo aver vagliato l'aspetto critico-interpretativo e le fonti storiche di base e quelle più diversificate, sono fermamente convinto che l'origine della festa dei «Ceri» sia profondamente radicata nel contesto IKUVINO e più ampiamente nella civiltà Umbra con influenze Italiche. Il sacrificio del cane che si svolge su una «Stipes lignea» al dio HONDO GIOVIO per la GENS PETRONIA è l'em­brione strutturale del «cero ligneo» portato su «barella», lo schema di mon­taggio del relativo tronco nella «stipes», è l'insieme di tre travi, fissati con perni, schema relativo a quello del «Maggio» di Isola.

Tre presenze folkloriche svolgentesi vicinissime, e nello spazio tempora­le annuale, pur autoignorantesi sino a pochi anni fa, continuano a vivere ancora affondando le loro radici nel mondo preromano, Umbro, di derivazio­ne indoeuropea.
Anche se studiosi futuri potranno approfondire il problema di altre feste simili e fare nuove comparazioni, mi rimarrà la gioia di aver documentato per la comunità regionale Umbra si pregevole festa.

Sagra della Cozza a Città di Castello La tradizionale sagra si svolge nel rione cittadino di San Giacomo

Sagra della Lumaca a Isola Fossara di Scheggia e Pascelupo

Raduno nazionale Citroen 2CV Dyane e derivate a Città di Castello

La notte del fuoco e guazza di San Giovanni a Gualdo Tadino La Notte del Fuoco e Guazza di San Giovanni è una rievocazione con costumi del 1200, caratterizzata dalla corsa delle "jncije" (ceri accesi); dal traino di rudimentali "tregge" sormontate da fuochi di legna e paglia; da grandi falò, simbolo della fede; dalla raccolta di un ricco assortimento di erbe aromatiche e petali di rosa per preprarare la "guazza" da distribuire ai presenti con il panetto di San Giovanni.

LA NOTTE DEL FUOCO e GUAZZA DI SAN GIOVANNI - GUALDO TADINO - Fraz. Grello - 23-24 giugno di ogni anno -

(breve descrizione della manifestazione tratta dalla pubblicazione Gualdo Tadino - guida turistica - testo di Sergio Ponti): La sera del 23 giugno, vigilia della festa del patrono San Giovanni Battista, si rinnova a Grello, antico castello del territorio, la notte del fuoco, una caratteristica sagra locale - rievocata nel 1980 sulla base di testimonianze orali - che affonda le sue origini in tempi molto lontani.

Si svolge in modo semplice, ma suggestivo, con portatori del fuoco, sei per ognuno dei tre rioni in cui è stato diviso il paese, impegnati in una folle corsa intorno alle diroccate mura castellane, portando sulle spalle una grande torcia accesa e successivamente trainando rudimentali tregge sulle quali sono stati fissati imponenti ceri (incije) composti di legna, paglia e altro materiale infiammabile. Per una serie di elementi che appaiono contrastare con un rito autenticamente cristiano si ritiene che la festa, con le annesse cerimonie, si sia attivata sulla struttura di alcuni culti arcaici di matrice pagana, promossi per soddisfare esigenze e bisogni psicologici profondi, che la Chiesa sostituì nel tempo perché in contrasto con i contenuti cristiani.

La Notte del Fuoco di San Giovanni può essere interpretata, quindi, come una classica festa patronale i cui aspetti rituali si collegano ad antichissimi culti agrari e di fecondità ed in particolare a quelli in onore della dea Fortuna che, nell'antica Roma, culminavano con il 24 giugno. Con un cerimoniale significativo restano vive usanze secolari, tipiche quelle di accendere grandi falò a scopo propiziatorio che per il Cristianesimo sono il simbolo della fede, e di raccogliere un ricco assortimento di erbe aromatiche e petali di fiori con cui preparare la tipica guazza (con cui ci si laverà il mattino successivo) che, durante la festa, viene distribuita ai presenti unitamente al panetto di San Giovanni.

Fiera di San Giovanni a Gubbio Tradizionale Fiera-Mercato nel centro storico di Gubbio che si svolge nell'arco dell'intera giornata

Fiera di San Pietro e Paolo a Fossato di Vico

Processione del Corpus Domini a Sigillo In occasione del Corpus Domini Sigillo organizza la consueta e tradizionale "infiorata" nelle strade del centro storico, lungo le quali si articola da secoli la Processione in onore del SS. Sacramento.

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Questo splendido territorio è ancora oggi in grado di mantenere in vita un'ospitalità antica, fatta di accoglienza quasi familiare e di... ottime colazioni tipiche!




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